giovedì 15 marzo 2012

Abbandono

Avverto un senso di oppressione, di prigionia, mi sento in catene, schiacciata da un giogo. Non è questa la condizione che voglio per me, non sopporto più questa servitù volontaria che mi sta logorando lentamente e per cosa poi? La Shouye non è più il luogo in cui desidero stare, sta diventando un piccolo stagno dalle acque salmastri e paludose. Brent ha ragione, non provo più soddisfazione per quello che faccio, ogni mio gesto viene vanificato da quelli compiuti da Josephine e ormai la mia tolleranza nei suoi riguardi si sta esaurendo. Non si è degnata nemmeno di chiedere come stessi. Non che la sua indifferenza mi sconvolga o mi ferisca, piuttosto è la sua mancanza di buon senso che mi spiazza ogni volta. Cade continuamente. Possibile che sia la sola ad accorgemene tra chi le sta intorno? Si affanna in frivolezze. 

Vorrei abbandonarmi, lasciarmi andare al flusso delle mie emozioni, dei desideri e delle passioni.

Lei ha sentito che ho bisogno della sua presenza. Ha risposto al mio richiamo, senza che aprissi bocca o facessi qualcosa. O forse anche lei sente la necessità di guardarmi, toccarmi. C'è qualcosa di viscerale che ci unisce e per quanto sia difficile ammetterlo, l'unico momento in cui sto davvero bene e mi sento libera, è quando sono tra le sue braccia e tutte le barriere tra noi crollano. Voglio il suo fuoco a scaldarmi e voglio uscire da questo ospedale!

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