martedì 26 giugno 2012

Lacrimosa

Ho immaginato tutto in modo così nitido, che è come se fosse accaduto davvero. La lama del coltello che premeva sulla gola di Rachel, trafiggendola. Un fiotto di sangue che schizzava sul mio viso. Cercavo le corde vocali tra le sue strazianti urla. Affondavo e finalmente la zittivo. In sottondo, nella mia mente, una una schiera di angeli con ali bianche cantava:


Avrei voluto farlo davvero, avrei potuto. Mi sentivo sicura con Jennifer nei paraggi e Zoya al mio fianco, pronta ad intervenire, oltre a provare una sprezzante indifferenza per le conseguenze che il mio gesto avrebbe generato. Ma quella serpe maldestra, ha avuto la fortuna dalla sua ieri notte.

"...obbligo di firma presso Capital City per giorni 15 dopo il rilascio."
Ricordavo perfettamente la sua condanna. La mia memoria, nemica e alleata.
Se non si fosse presentata a firmare, sarebbe stata nuovamente caccia all'uomo e presto o tardi avrebbero scoperto tutto. Si tratterebbe pur sempre di omicidio, anche se di uno scarto sociale, disadattato. Ho fatto una promessa a Rachel e a me, Zoya mi è testimone: ogni stilla del sangue Adams uscirà da quel corpo indegno. L'unica cosa che desidero e che ora mi offusca la mente, escludendo qualsiasi altro pensiero... o quasi...

Mi ha chiesto di diventare la sua compagna, ufficialmente. So quanto sforzo ha impiegato per pronunciare quella frase e anche solo per pensarla ed accettarla. Apnea. Il mio cuore strideva nelle mie orecchie, urlava consenso. L'Ombra ormai striscia sotto la mia pelle, riuscirei a strapparla via solo staccandomi le carni di dosso e provando una sofferenza inimmaginabile. Anche lei mi ha fatto una promessa, resterà o mi porterà con sé, senza più lasciarmi al margine della sua vita. Spero per me che mantenga la parola, o dovrò prepararmi ad una muta dolorosa.
 

mercoledì 6 giugno 2012

La Nike


Non appena ho varcato quella soglia, i miei occhi si sono posati su una lux car viola, smagliante. Accanto ad essa, ad attendermi, c’era Jennifer. Non mi aspettavo di vedere proprio lei. Immaginavo che se non ci fosse  stato Brent o Mughain, sarebbe venuto ad accogliermi e a prelevarmi qualcuno di Hall Point. È stato strano vederla lì, ma il viaggio insieme si è rivelato piacevole, com’è sempre la sua compagnia. Quella donna mi è piaciuta subito. È pratica, schietta e diretta. Oltre al fatto che coltiva come me un disprezzo profondo nei confronti di Josephine Leroux. Di nuovo lei tra i miei pensieri. Ed è stata proprio Jennifer a richiamarla alla mia mente, istillandomi il dubbio che tutto ciò che è accaduto in questi giorni, sia soltanto opera sua e che Rachel non rappresenti null’altro che una pedina del suo gioco sadico. D’altronde perché quella psicotica sciocca e sconsiderata avrebbe dovuto volermi incastrare? 

Lo scoprirò e non voglio arrovellarmi il cervello, per ora, nel cercare una risposta che saprebbe comunque di incertezza.

Non avrei mai pensato di avere il desiderio di tornare tra le paratie metalliche di questo skyplex e per un motivo diverso da Mughain. Mi sono sentita osteggiata dalla società di cui ho fatto parte e di cui mi sentivo parte fino a pochi giorni fa. La realtà del Core, l’Alleanza, l’unione, la stessa per cui mio padre si è battuto, è d’un tratto diventata il mio nemico, il mio carnefice. Mi sento improvvisamente estranea ad essa, così come sento per la prima volta che il mio posto è su Hall Point, al fianco di Brent, nel letto di Mughain, con Electra a guardarmi le spalle, respirando l’odore di alcol e fumo che avvolge la figura del dottor Ritter.
La detenzione è stata terribile. Non per le condizioni fisiche. Ma per quelle psicologiche. L’angoscia e l’impotenza cospiravano contro il mio sonno tenendomi sveglia a riflettere sulle conseguenze di una condanna pubblica. Sono macchiata irrimediabilmente. Favoreggiamento. Una parola che mi dà i brividi se solo la scandisco mentalmente e una rabbia cieca mi coglie se ripenso a Rachel, al suo sorriso arrogante sulla sedia dietro il vetro infrangibile della sala adibita alle visite penitenziarie. Sento la sua voce mentre confessa di essere stata delusa dal fatto che non l’abbia denunciata. Folle. Insana. La stanerò, l’ho promesso, a me e a lei. 

“Ogni minuto che passa è un’occasione per rivoluzionare tutto completamente”

Oggi ho fumato una sigaretta assieme a Jennifer. Non ho più motivo di mantenere un’immagine integra e impeccabile. Una statua con una crepa, seppur bellissima, non ha più lo stesso valore. Quell’unica crepa l’avrà per sempre guastata agli occhi altrui che dimenticheranno tutto ciò che è stata prima, soffermandosi sull’incrinatura presente.
Dovrò compiere una scelta: restaurare la statua o distruggerla completamente.

Di una cosa sono rimasta sorpresa io stessa. La quantità di persone che si sono interessate a me. È dolce la soddisfazione di sapere che Wolfe aveva torto. Contrariamente a quanto pensa, si nota anche l’assenza di una donna egoista e immorale come me a quanto pare…

lunedì 21 maggio 2012

Inclinazioni ed attitudini


Quando ho raggiunto Donna Winter su Greenfield, non avevo idea del perché mi avesse chiesto di farle compagnia. L’ho scoperto dopo pochi minuti, quando ho posato lo sguardo sul viso di un angelo di sei anni. La prima cosa che ho pensato scivolando con gli occhi sulla pelle morbida ed arrossata del suo viso, tra i capelli biondi, il piccolo broncio timido, è stata quella di volerlo ritrarre. Colin è pieno di vita, pronta ad esplodere da un momento all’altro e quando succederà desidererei intingere il pennello di setole provenienti dal mantello morbido degli andalusi di Bullifinch per tracciare sulla tela i tratti delicati dei suoi lineamenti. Non capisco perché Donna pensasse che fossi la persona più adatta per incontrare il bambino e, come ha detto lei, per sottoporlo ad un primo test sociologico: rapportarsi a persone nuove. Non sono propriamente una donna amabile o con istinto materno. L’unico motivo che mi spingerebbe a mettere al mondo un altro essere umano sarebbe l’esigenza di continuità, l’inconscio desiderio di proiettare una parte di me in un futuro remoto.

Miss Winter non smette mai di stupirmi, rivelando ogni giorno una sfaccettatura di sé che non avrei mai immaginato possedesse. Abbiamo pressoché la stessa età anagrafica e pensavo fossimo abbastanza simili per certi aspetti. L’estrazione sociale, l’attrazione verso il potere, un amore incondizionato per l’arte, sono solo alcune delle cose che ci accomunano. Ma la sua decisione di adottare Colin mi ha lasciata di stucco, evidenziando quali siano le differenze tra noi, più che le somiglianze. Io non mi sarei mai prodigata per un orfanello capitato per caso nella mia vita, non avrei sentito alcuna responsabilità verso di lui. Lei invece sì e sembra tenerci, fa di tutto per non scontentarlo, è premurosa, dolce, attenta ai suoi bisogni. Un atteggiamento che ha con tutti d’altronde. Colin si affida a lei con estrema fiducia, un po’ come fanno gli altri, come ho fatto io stessa e come rifarei ogni volta che mi sentissi in difficoltà, se non ci fosse il mio orgoglio a frenarmi il più delle volte.

Oggi mi è arrivato il suo invito ad una cena inaugurale nella sua nuova casa ad Horyzon. Sono estremamente curiosa sull’arredamento e sulla posizione scelta per l’appartamento. Vorrei regalarle qualcosa che possa adattarsi a qualsiasi ambiente e mi sono già messa in contatto con uno scultore di Berishan incontrato alcuni anni fa a New London, quando ancora frequentavo il Cabaret 2000. Mi manca il fermento artistico di quel periodo. Da allora sono diventata molto più brava. Ho impiegato circa 15 anni per formare quel talento artistico che naturalmente mi mancava. Ma ormai so di possedere una conoscenza ed un tocco in grado di creare opere degne di essere chiamate tali. Ho sudato per questo, altri, come Ming, hanno semplicemente sfruttato il dono che la natura ha posto in loro. Sono certa che questo mi rende un’artista più soddisfatta di qualsiasi altro non abbia dovuto sacrificare se stesso e sopportare innumerevoli fallimenti prima di giungere ad una completezza e  una coscienza necessarie.

lunedì 7 maggio 2012

Regali inaspettati





Capita alle volte che ti ritrovi un abito di ottima fattura ad attenderti nel tuo alloggio privato. E capita a seguito di un casuale incontro al Bai Club di Cap City. Molly e Archibald Lewis, della Lewis Fashion di Agatha. Avrei tanto voluto che si strozzasse quell'oca starnazzante, ma si è fatta perdonare a suo modo per il fastidio che la sua voce arreca.

domenica 6 maggio 2012

...


Ombra che danza tra le ombre, sottraendosi alla mia vista per lunghi periodi strazianti. L’illusione che fosse tornata, tornata davvero, è durata pochi battiti di ciglia e qualche amplesso. Il lavoro, sempre troppo su uno skyplex, dovrebbe risucchiarmi nel suo vortice e sottrarmi ai pensieri. Ma quelli sembrano vorticare insieme a me, seguendomi ovunque, su Greenfield con Jennifer, sulla Almost Home col Capitano Rooster per controllare le scansioni di Safeport, su Richleaf con Ritter in cerca di un laboratorio. E in ogni angolo di Hall Point. Anche adesso, è il primo pensiero che mi ritrovo a trascrive senza premeditazione. Nonostante mi sforzi ad occupare tutto il mio tempo, lei riesce sempre ad insinuarsi nei miei vuoti colmandoli di una mancanza lacerante. Ho anche pensato di lasciarla, ma a cosa varrebbe? L’amore possiede un dominio che sbaraglia banali raggiri. Mi struggerei sapendo di essere io stessa a privarmi di colei che desidero sopra ogni cosa. Probabilmente è questo che mi rende così vulnerabile alla sua assenza e così legata a lei, il continuo desiderarla, e si desidera solo ciò che non si riesce ad ottenere mai. Più mi sfugge, più la sento conficcata dentro di me.

Percepisco anche un’altra assenza, quella di Miss Winter. Il fantasma di Hall Point, appare e scompare a suo piacimento, senza mai lasciarci definitivamente. Ha affittato una camera nell’area VIP dello skyplex e chissà se si sia domandata chi ha dato disposizione che venisse riempita di fiori freschi ogni volta che lei torna ad abitare questi luoghi. Probabilmente penserà che sia stata un’idea di Brent. Lui se la sta cavando piuttosto bene. È un uomo intelligente, astuto e pragmatico, d’altronde. Tutte qualità che lo rendono, insieme all’innata avvenenza, degno del mio rispetto. L’affinità che ci lega va oltre il semplice rapporto di lavoro, di lui mi fido ciecamente, forse più di Mughain stessa. Comprendo tutto del nostro rapporto, è chiara ogni dinamica che avviene tra di noi. C’è un unico aspetto che sfugge al mio cercare di razionalizzare e ordinare le relazioni che vivo: la gelosia che mi ha colto vedendolo in ambigui atteggiamenti nei confronti di Amelie. Perché dovrebbe infastidirmi saperlo attratto da lei? Amelie è bellissima, incantevole, intelligente, gradevole, è la donna più vicina alla perfezione che abbia mai conosciuto, anche più di Donna Winter, o forse lo sono entrambe ma in modo differente. L’ho ritratta finalmente, e l’ho baciata. Dovevo saggiare la consistenza delle sue labbra, sentirne il sapore, l’odore. Non avrei saputo dipingerle se non lo avessi fatto. Schiudono le porte del nirvana, ma non ho provato un piacere fisico. Difficile spiegare quale sia stata la mia sensazione. Non c’è nulla di carnale nella mia attrazione nei suoi confronti, mi pongo nei suoi riguardi come un artista con una Musa ispiratrice e mi sento da lei stimolata. Peccato che sia così succube dei veti che le impongono la Casa e Josephine Leroux. Sarebbe diventata la mia fonte di ispirazione personale. L’avrei resa un’icona d’arte, come ho reso Ming una stella brillante. La tournée si sta concludendo e tutto è andato secondo le mie aspettative. Ogni tappa un successo. Aspetto di presenziare all’ultimo concerto con il dottor Ritter, su Jutòu.

Devo portare TurnerNox con me al Bai Club. Sarà più facile mostrargli in che modo dissimulare e plasmare se stessi in certe situazioni, praticamente. Brent pone troppa fiducia in quel ragazzo, ma devo ammettere che ha delle qualità, è riuscito a trovare il capannone per il torneo e i partecipanti. Io mi sono limitata a parlarne a chi di dovere e la voce ha già cominciato a circolare negli ambienti più in del Core.

giovedì 19 aprile 2012

...

Ho avuto bisogno di qualche giorno per riflettere.

Donna Winter lascia Hall Point.
Il Celestiale Demonio abbandona il suo regno nelle mani del suo pupillo, Brent Ratliff.
Delusione. Solo un momento, prima che il buonsenso mi rendesse la lucidità necessaria perché comprendessi ed approvassi la sua decisione.

La notizia ha scosso tutti. Difficile immaginare lo skyplex senza di lei.
Ho la sensazione che nonostante tutto continuerà a proteggere coloro che hanno stretto il "patto" sacrilego con lei. Non è un'alleata qualunque Miss Winter, è piuttosto una sorta di figura arcana, una mecenate.
Le ho fatto realizzare un gioiello unico dai fratelli Maṇikāra, sono certa che apprezzerà.




Mughain ed io ci siamo distrutte.

Siamo rinate, due fenici.





venerdì 13 aprile 2012

Eleria

Gli incontri con Amelie sono ripresi. Abbiamo stipulato un patto di silenzio riguardo questioni che potrebbero rivelarsi dannose per entrambe. L'ho invitata a seguirmi su Eleria, certa che avrebbe accettato. Solitamente alle persone fa piacere tornare al proprio pianeta d'origine, dalla propria famiglia. Io preferirei trangugiare per ore la tisana di Josephine Leroux che mi è venuta a nausea, per di più in sua compagnia! Esagero, ovviamente. Abbiamo fatto visita al Tempio della Ragione
L'ho vista, una visione: era seduta sulla scalinata dell'edificio principale, con i capelli corvini scarmigliati, le braccia abbandonate sulle cosce e sul viso l'espressione irriverente e tribolata. Sapevo che era un frutto della mia mente, ma ho sentito che era viva, chissà dove e quando abbiamo incontrato Ayline, lei lo ha confermato.

"Lei è viva. Avverto la sua inquietudine... come avverto la tua."

Dentro di me lo sapevo, ma sentirlo dalle labbra della monaca mi ha sollevato enormemente. Se Mughain è viva e se come penso è partita con Brent, sono entrami sani e salvi, sperduti in chissà quale angolo del 'Verse. Sento la mancanza di entrambi e non riesco a lavare via la preoccupazione. Non ho ancora chiesto a Miss Winter se lei sappia qualcosa, forse temo la risposta.

Scrivo da una stanza della magione dei Saint Laurent, ospite di monsieur Saint Laurent e della sua splendida moglie Evelyn Carson Lewis. Un uomo bellissimo nonostante l'età, dotato di quel fascino che solo gli anni possono conferire ad un uomo. Una donna straordinaria, un'artista conclamata e di classe. Eppure Amelie, pur essendo loro degna progenie, possiede una grazia diversa, d'altri tempi. Sono stata onorata nel partecipare ad un piccolo concerto privato, per pochi intimi. Ho avuto modo di incontrare Vee, scoprendolo un affezionato della famiglia. Sempre più bizzarro e geniale. 

Evelyn ed Amelie si sono esibite in duetti d'arpa davvero sublimi. E sì, mi sono avvalsa del diritto di chiamare Miss Carson Lewis col suo nome, une gentilezza che mi ha concesso senza remore dopo che gli ho detto quanto delizioso fosse per me pronunciare quel nome melodioso, al pari di quello di sua figlia, la quale si è esibita anche nel canto, in cui eccelle. Dopo stasera ho compreso quale fosse il motivo che mi aveva spinto istintivamente a cercare lo sguardo di Amelie al Tempio di Hanshan e a farmi seguire all'esterno.
È quel richiamo naturale che un cultore dell'arte, quale io sono, sente in presenza di un artista. Come se il talento fosse un profumo che colgo sulla pelle di coloro che ne sono dotati e mi spinge a intrattenere con loro un particolare tipo di rapporto.  

Evelyn mi ha fatto dono di un suo spartito originale, autografato e  dedicato. Lo esibirò nel mio appartamento su Horyzon.

giovedì 12 aprile 2012

Betrayal

Ming si è sentita tradita da me.
Amelie ha tradito le mie aspettative.
Il dottor Ritter ha tradito Eir Sterling con me.
Io ho tradito Mughain con Ritter.

Mi sorge spontanea una domanda: quando un tradimento non lede direttamente alla persona tradita, quando non gli provoca alcun danno consapevole, mentre porta giovamente al traditore, è una cosa così indegna?
 
Ho tradito Ming, ma non nel modo in cui lei pensa, non parlando ad Amelie, ma riferendo ciò che ho saputo dalla sua dolce bocca di rosa al Celestiale Demonio. Nel momento in cui l'ho fatto, sapevo che non le avrei procurato alcun male, tutelandola. Ho dunque meritato le sue parole di delusione? Ming meriterebbe di essere abbandonata a cuocere nel suo brodo per la viltà che lei stessa ha conclamato. Parla della magnanimità di Josephine, senza accorgersi di quanto sia io generosa nei suoi riguardi continuando ad occuparmi della sua tournee nonostante il suo atteggiamento.

Amelie ha tradito le mie aspettative, dimostrandosi sottomessa a Josephine quanto tutti gli altri abitanti della Casa. Immaginavo grandi cose per lei, si sono tutte sgretolate in un solo giorno. Peccato, era una compagnia piacevole, quasi quanto quella di Silas. Non ho ancora ben capito a che gioco stia giocando e se stia realmente giocando, ma non posso fidarmi di lei. L'ho messa alla prova ed è subito caduta. Eppure... le sue parole, la sua figura, continuano ad essere gradevoli. 
È intelligente, elegante, di classe, diplomatica. Una candidata sicuramente più valida alla carica di Muqin di Josephine Leroux. Ma col suo tradimento ha recato danno a me e a se stessa, senza nemmeno rendersene conto. 

Ma veniamo al tradimento compiuto da Ritter e me. Vittime del tradimento: Eir Sterling e Mughain Mccarty. Il dottore ed io abbiamo avuto vari incontri, tutti a loro modo perfetti perché privi di alcun coinvolgimento emotivo. Una buona intesa e soprattutto la libertà di abbandonare l'una il letto dell'altro e viceversa quando meglio credevamo, senza una parola, senza strascichi dell'amplesso voluttuoso che si era consumato di lì a poco. Il godimento è l'unica cosa che abbiamo perseguito, osservando un assoluto egoismo. L'obiettivo comune ha fatto si che entrambi uscissimo di volta in volta dalle erotiche condivisioni sempre più soddisfatti. Il giorno successivo non c'era l'obbligo di menzionare ciò che era accaduto la sera precedente. Ma a quanto pare dopo il nostro ultimo incontro qualcosa è andato storto se mi sono ritrovata una cagna rabbiosa ad inveirmi contro dalla veranda del Black Oak Ranch. Eir Sterling con ogni probabilità aveva scoperto che il suo uomo l'aveva tradita. Più la osservarvo dominata dalla bestia interiore, più non riuscivo a biasimarla per le sue razioni sconvenienti. La comprendevo. Sì. La compenetravo entrando in lei attraverso quegli occhi pieni di rabbia e frustrazione mentre guardavano colei che aveva prosciugato la linfa vitale dal suo uomo, allo stesso modo in cui faceva lei ogni notte e forse meglio. Io ed Eir Sterling non abbiamo nulla in comune. Nemmeno il modo di reagire ad un tradimento. Quando seppi di Mughain e Josephine, l'unica cosa che sia stata in grado di fare è stata chiedere placidamente a Mughain di uccidere la Laoshi. Non ho mai urlato furibonda "stai lontana dalla mia donna". Eppure, ieri, ho compreso Eir Sterling ed è ciò che mi ha trattenuto dal risponderle a tono e che mi ha spinto ad andare via, rispettandola.
Ritter ha provocato dolore alla sua donna, così come Mughain ha fatto soffrire me. Si può essere tanto crudeli da lasciare che gli altri vedano il proprio tradimento? Mughain non ha mai sofferto, nonostante io l'abbia tradita, perché la amo al punto di nasconderle ogni traccia, evitandole un dolore gratuito e sciocco. Premura che lei non ebbe nei miei riguardi.

È sorto un piccolo problema. Eir mi ha minacciato di stare lontana dal suo uomo, ma io non ho nessuna intenzione di assecondarla dal momento che io e lui, ora, lavoriamo assieme. Dovrò evitare di recarmi a Greenfield senza scorta d'ora in avanti.


mercoledì 11 aprile 2012

Memories

Quando conobbi  Miss Wilson mi domandò se fossi mai stata su Greenfield. Le risposi di si, quando ero più giovane e che l'unica cosa che rammentavo con chiarezza era la puzza di sterco. Mentii. 
Era l'estate del 2504, un paio d'anni prima che le ideologie divenissero armi da impugnare ferocemente. Adam mi convinse a rinunciare all'abituale settimana su Corona assieme ai nostri genitori per trascorrere un mese sul pianeta verde. Il mio entusiasmo si spense non appena mettemmo piedi fuori dalla nave. A parte il viaggio, troppo lungo per i miei standard, che mi rese irritata, stremata e maldisposta, quelle distese di prati soleggiati, la natura rigogliosa e tutt'altro che artificiale, i bei rancheri con i loro stivaloni e il petto nudo e abbronzato, mi lasciarono totalmente indifferente. Se non fosse stato per mio fratello che mi trattenne dal prendere la prima nave con rotta verso il Core, non sarei rimasta che poche ore. Col passare dei giorni le cose cambiarono e a due settimane dal mio arrivo, sentivo di essere rinata nella solitudine che potevo ritagliarmi nelle lunghe passeggiate sotto al sole. Mi sentivo libera dalle maschere di dissimulazione che portavo ogni giorno ad Horyzon, per quanto fossi giovane. Libera, perché sapevo di non dover condividere nulla di duraturo con nessuna delle persone che incontrai su quel pianeta, non avevo bisogno di compiacere, sorridere, comportarmi secondo l'etichetta. Non strinsi alcun legame, non ne vedevo la necessità, e ne fui felice. Potevo scegliere di essere sola, di avvolgermi completamente su me stessa. 

"Nemo in sese tentat decsendere"

Nessuno tenta discendere in sé. Tutti rifiutano la verità racchiusa in se stessi. Io l'ho fatto, sono scesa nei meandri più oscuri del mio animo, e ne sono risalita. Indenne, solo più consapevole. 


Ho ritrovato nella memoria estesa dell'holodeck il video che Adam montò di quei giorni. Sorridevo


sabato 7 aprile 2012

Primo notturno chopiniano in si bemolle minore

Avrei pianto copiosamente.
Lacrime calde sul mio viso avrei sentito dopo tanto tempo, tanto che ho dimenticato l'ultima volta che è successo. Forse al funerale di mio padre. Ora lo rammento, dovetti sforzarmi molto perché sgorgasse qualche lacrima dai condotti lacrimali prosciugati. Eppure ero una bambina emotiva, piangevo per un nonnulla un tempo, confortata immancabilmente da Adam
Oggi, avrei pianto sinceramente dopo anni se avessi avuto la possibilità di suonare Chopin, di far danzare le mie dita sulla distesa bianca e nera dei tasti immacolati dello steinway che come una visione ho avuto sotto agli occhi il tempo necessario perché la mia invidia nei confronti di Donna Winter fosse alimentata.
Ming è una donna molto fortunata e per un attimo ho provato invidia anche per lei. Le è stata offerta la possibilità di esibirsi davanti a un pubblico d'élite nei migliori auditorium del Core, suonando forse l'unico esemplare originale in tutto il 'Verse di pianoforte steinway e tutto questo senza aver altro merito all'infuori di uno straordinario talento musicale. Il talento che a me manca nelle quantità adeguate e che mi ha spinto a ricercare il successo per altre vie, affinando le mie doti naturali, imparandone di nuove, riformando me stessa. 
Oh Ming, dovresti prostarti ai miei piedi ringraziandomi infinitamente per averti offerto tale possibilità di ascesa, ma sei una creatura così fragile, insicura e timorosa che non comprendi nemmeno il valore di ciò che ti stiamo offrendo. Forse non lo meriti, ma il tuo essere un'artista ti giustifica e qualifica ai miei occhi, alle mie orecchie...

La sua ingenuità ha ripagato i miei sforzi nello spianarle la strada del successo. Si è lasciata sfuggire una preziosa informazione. Dovrò solo capire il modo migliore per usarla e il dottor Ritter mi potrà aiutare in questo. Un uomo fatto di fumo, alcool e cervello.

Comincio a riabituarmi alla vita su Hall Point, ma ammetto che ho avuto bisogno di evadere oggi concedendomi qualche ora di meditazione al Tempio Hanshan
Ho avuto modo di incontrare Mr.Lauther casualmente al Café Carpathia. Un uomo enigmatico. Attraente, elegante, educato. Ma imperscrutabile, fatta eccezione per la sua sensibilità virile al cospetto di una bella donna. L'ho notato da come mi guarda. Uno sguardo che non infastidisce nonostante tutto. Finiamo sempre col parlare del furto e i nostri incontri stanno diventando noiosi per l'assenza di svolte illuminanti nelle indagini. Tutte le piste sembrano portare ad un vicolo cieco. 
Dove siete miei preziosi quadri?

Le notizie scarseggiano anche da parte di Mughain e Brent e comincio ad essere preoccupata per entrambi. Dovrò chiedere a Miss Winter se lei riesce a mettersi in contatto con loro.

Voglio un pianoforte. Credo che andrò ad esibirmi al Casinò.
Secondo Valzer chopiniano. 

 

mercoledì 28 marzo 2012

Affinità elettive

L'amicizia è qualcosa che non ho mai compreso.
L'amore, quello lo capisco perfettamente. Lo sento, più che capirlo.
Ma l'amicizia credo sia una scelta più che un sentimento.
Ho avuto per lo più alleati nella mia vita, persone con cui condividere esperienze, passioni, lavoro. Ma nulla mi ha mai impedito di abbandonarli nel momento in cui i punti di interesse comuni decadevano. Una questione di reciproca utilità, questo sostiene le alleanze.

Un amico dev'essere qualcosa di diverso.
Considero l'amicizia come una deplorevole arresa della solitudine.

Stanotte ho affidato qualcosa di mio a Brent. Un segreto. Non c'era utilità che lui lo sapesse, eppure l'ho fatto, ho ceduto la solitudine imperiosa del mio animo, le ho concesso una pausa.

Non parlerei di amicizia, non mi piace questa parola, non sento che possa appartenermi. Non come l'amore.
Preferisco dire che c'è un'affinità elettiva tra me e lui.

lunedì 26 marzo 2012

Wind of chage

Adam mi ha chiamata questa mattina. Ho sentito il pad che trillava mentre dormivo avvinghiata al corpo nudo di Mughain. Mi sono svegliata solo al terzo tentativo di chiamata. Ho aperto gli occhi, investita dall'odore della donna al mio fianco e del sesso che ancora pregnava le lenzuola. Reuperato l'infernale dispositivo con auricolare annesso, ho accettato la chiamata e la voce di mio fratello è fluita nel mio orecchio. Aveva saputo del mio licenziamento e non poteva crederci, era preoccupato e mi chiedeva come stessi e cosa mi avesse spinto a prendere una decisione simile, così drastica. Gli ho risposto che avevo avuto altre proposte, più vantaggiose. Una menzogna per quanto in parte le mie parole possano corrispondere alla realtà. Ieri Miss Khan mi ha offerto una posizione allettante: lavorare alla Blue Sun come manager addetta alle pubbliche relazioni. Mi è venuto in mente il mio colloquio col dottor Heisenberg a pochi giorni dal mio trasferimento ad Horyzon. Provo le stesse incertezze di allora. La Blue Sun mi offrirebbe molte possibilità di realizzazione ma non è l'ambiente più adatto a me. Ricerca, medicina, avanguardia e tecnologia, nessuno dei campi di mio interesse. Non mi resta molto tempo per pensare, mancano poco più di ventiquattro ore perché io dia la mia risposta definitiva, prima che la CEO diventi ex e lasci Horyzon. Devo ammettere che la notizia mi ha lasciato un po' d'amaro in bocca, apprezzavo la compagnia di quella donna per quanto fosse fredda e priva di coinvolgimento. Heisenberg riprenderà il suo posto. Interessante. 

Sembra che il mio personale cambiamento sia assecondato da una ventata di cambiamenti generali.

Buck Blackbourne è morto lo stesso giorno ed allo stesso posto di Ryan Gibbs. La notizia non mi ha particolarmente sconvolta, era l'unica conclusione plausibile alla serie di eventi che stavano riempiendo la cronaca nell'ultimo periodo. Fortunatamente non ero al Roadhouse quella sera, ma nell'alloggio che Miss Winter ha fatto predisporre per me in una delle vecchie stanze assegnate alla Shouye. Ad accogliermi, due regali: incenso e the nero. Piccole premure che ho adorato.

Andrò ad Horyzon, al Tempio. Ho bisogno di riflettere.

venerdì 23 marzo 2012

giovedì 22 marzo 2012

...

Non mi sentivo così bene da un po' di tempo ormai.
Sembrava così... priva di senso ai miei occhi... ed ero libera di detestarla senza porre schermi che celassero il mio risentimento nei suoi confronti. Come al solito ha preso la cosa con leggerezza, almeno in apparenza. Ma si accorgerà presto della mia assenza nella Casa. Tutti se ne accorgeranno. Nel bene e nel male, soprattutto nel male. Josephine sta cedendo. Aveva il viso stanco, emaciato, non ha più quella freschezza e quel vigore di qualche mese fa. Perde il suo fascino insieme al suo peso. E io non riesco ad averne pietà, posso solo godere di questo suo abbandono tipico di una persona debole, qual'è. Ha parlato di amicizia, povera illusa. Discorsi che rispecchiano la sua età d'altronde, ma non è l'età a renderla sciocca, quanto più la sua presunzione. 

Lasciando la Casa ho sentito un senso di liberazione e di privazione allo stesso tempo. Stavo abbandonando dei luoghi che avevo imparato ad amare. I lussi, l'arte ovunque, la tranquillità e la vicinanza al Tempio. So già che mi mancherà tutto quello che mi sto lasciando alle spalle e chissà se un giorno avrò mai l'opportunità di abitare ancora una volta quei saloni eleganti e mistici. Mistici per me. Me ne sto già pentendo? Guardo avanti alle possibilità che mi si offrono davanti agli occhi, poi torno a voltarmi e guardo indietro. La Shouye non mi ha dato nulla, tutto ciò che poteva concedere me lo sono preso con caparbietà e tenacia. Il prestigio non è un abito che si può semplicemente vestire, lo si deve conquistare e una volta ottenuto, ti rimane attaccato addosso. Io sono Evah Adams, fuori e dentro la Casa. Josephine cos'è senza la Shouye? ...

Scrivo mentre sono in viaggio, diretta ad Hall Point. All'idea fremo d'eccitazione, ma una morsa mi stringe allo stomaco, come se istintivamente il mio corpo si stesse ribellando cercando di trattenermi. Forse sono solo sciocchi timori, quelli che precedono un cambiamento radicale. Che faccia farà Mughain quando mi vedrà con le valigie alla mano e Lyn al guinzaglio? Sto cercando di immaginarla, ma quando focalizzo nella mente il suo viso, provo solo malinconia e un desiderio viscerale che domina ogni altro pensiero.

giovedì 15 marzo 2012

Attraverso i suoi occhi



Ricordo il momento in cui me la scattò, come ricordo tutto quello che ha preceduto lo scatto. Eleazar Ritter. Un uomo ambiguo, costante nel suo essere vago, sfuggente a qualsiasi circoscrizione, quasi fosse fatto di materia eterea. Interessante ai miei occhi, per svariati motivi. Uno dei quali, la sua testa, brillante e sprecata. Un altro sono i suoi natali, la sua appartenenza alla famiglia Ritter. 

Non c'è malizia in questa foto. Sensualità, ma nessuna traccia di provocazione. I miei occhi, sono freddi e impenetrabili, come sempre. 




Ricordo l'odore che pregnava quel maglione. 
Suo.

Abbandono

Avverto un senso di oppressione, di prigionia, mi sento in catene, schiacciata da un giogo. Non è questa la condizione che voglio per me, non sopporto più questa servitù volontaria che mi sta logorando lentamente e per cosa poi? La Shouye non è più il luogo in cui desidero stare, sta diventando un piccolo stagno dalle acque salmastri e paludose. Brent ha ragione, non provo più soddisfazione per quello che faccio, ogni mio gesto viene vanificato da quelli compiuti da Josephine e ormai la mia tolleranza nei suoi riguardi si sta esaurendo. Non si è degnata nemmeno di chiedere come stessi. Non che la sua indifferenza mi sconvolga o mi ferisca, piuttosto è la sua mancanza di buon senso che mi spiazza ogni volta. Cade continuamente. Possibile che sia la sola ad accorgemene tra chi le sta intorno? Si affanna in frivolezze. 

Vorrei abbandonarmi, lasciarmi andare al flusso delle mie emozioni, dei desideri e delle passioni.

Lei ha sentito che ho bisogno della sua presenza. Ha risposto al mio richiamo, senza che aprissi bocca o facessi qualcosa. O forse anche lei sente la necessità di guardarmi, toccarmi. C'è qualcosa di viscerale che ci unisce e per quanto sia difficile ammetterlo, l'unico momento in cui sto davvero bene e mi sento libera, è quando sono tra le sue braccia e tutte le barriere tra noi crollano. Voglio il suo fuoco a scaldarmi e voglio uscire da questo ospedale!

Self Control

Ieri siamo stati vicini alla catastrofe, lui ed io.
Sto perdendo la mia capacità di controllo.
Devo vederla, o rischio di perderla completamente, di perdermi completamente.


venerdì 9 marzo 2012

...

Ieri sera è avvenuto l'incontro col senatore McArthur.
Elegante, galante, attento ad offrire il meglio alle sue ospiti: Champagne delle migliori cantine di Greenfield.
Un uomo lungimirante, lo confermo, e scaltro.
Ha messo Miss Khan nella posizione di dover accettare le sue condizioni, anche in previsione di un eventuale fallimento. E questo, per quanto la CEO abbia acconsentito a fornirgli supporto politico e finanziario, le ha lasciato un po' d'amaro in bocca a fine serata. D'altronde, avevamo previsto che lui avrebbe cercato di ottenere il maggior vantaggio personale da tutta questa faccenda.
Spero vivamente che il senatore operi tutte le sue armi per convincere l'Assemblea a concedere lo statuto speciale alla BSS1, è un uomo influente della fazione Silver e sono fiduciosa.
Miss Khan invece, non si lascia blandire dalla speranza, arroccata nel suo stoico distacco da tutti i sentimenti e le passioni di incertezza. Lei cercava una concretezza maggiore, gliel'ho letto negli occhi, forse l'unica volta che sono riuscita a cogliervi qualcosa.

Oggi partirò per Eleria, riportando le opere ad Ayline. Forse ho cambiato idea su quale quadro terrò per me. Inizialmente pensavo ad "Antitesi", ma l'idea di separarmi da "Tocco armonico" e "Frammenti di felicità" mi fa dispiacere. L'uno è utile quando tutto intorno sembra farsi buio e oscuro, l'altro è come uno specchio sul mio passato... devo solo decidere se voglio questo ponte con ciò che è stato o voglio guardare solo al futuro, recidendo ogni legame con la mia vita passata.

Silas è venuto alla Shouye, mi cercava per raccogliere le mie idee in merito alla mostra. Vuole creare un blog di cultura e informazione. Un'idea davvero lodevole, che ho deciso di supportare.
 L'ho apprezzato dal primo momento, Silas: ambizioso, distinto, elegante, con un gusto impeccabile nel vestire se non fosse per la predilezione per le tinte troppo cupe, e una passione condivisa: l'arte. 
Questo suo nuovo progetto, potrà essermi estremamente utile.