venerdì 3 febbraio 2012

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Sono di nuovo ad Horyzon. Impegni alla Shouye mi hanno costretta a partire in giornata da New London. Sono riuscita a vedre Adam, a parlarci. Era da nostra madre, credo l'abbia fatto apposta a darmi appuntamento nella casa che un tempo abbiamo abitato insieme, tutti e tre. Lei è invecchiata e ancora non si spiega perché mi rifiuto di parlarle e guardarla negli occhi. Adam è diventato un avvocato affermato e somiglia sempre di più a Ludwing Adams, ma solo nell'aspetto fisico e nella dedizione al lavoro. Rimane quel ragazzo genuino e solare che ho sempre invidiato da piccola. Riesco a provare un sano affetto per lui ora che ho finalmente accettato me stessa.

Lui mi ha rassicurata, dice che le mie sono paranoie. Il caso Doyle è ancora aperto ma nessun legame è stato trovato o minimamente ipotizzato tra me ed il traffico illegale. Nonostante le sue parole, non riesco a togliermi questo macigno di dosso. Forse perché io conosco la verità a differenza sua. Povero Adam, ha sempre cercato di proteggere il suo angioletto, ancora mi chiama darlin', e non sembra essere minimamente risentito della mia totale indifferenza verso tutto ciò che riguarda lui e la mamma.

Ho avuto appena il tempo per una veloce visita all'olo-lapide di Ricky, prima di imbarcarmi sulla nave che mi avrebbe riportato a Cap City. Che Buddha possa perdonarmi per tutte le maledizioni che ho salmodiato davanti all'ologramma della sua bella faccia da schiaffi, contornata da quei capelli corvini privi di ordine. 
Nel viaggio di ritorno non ho potuto fare a meno di pensare agli anni trascorsi al "Tempio", a me, a Ricky, Eliza, Josh, i gemelli, Mughain... la sua frase... "non provare a sfuggirmi".

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